Colloqui tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare di Teheran ancora in sospeso, con la sede del secondo round negoziati ancora incerta. Dopo il primo incontro in Oman, il secondo doveva svolgersi a Roma ma è stato di nuovo spostato a Muscat secondo il ministro degli Esteri iraniani Abbas Araghchi. La Casa Bianca potrebbe aver influenzato questa decisione per evitare sovrapposizioni con la visita del vicepresidente J.D. Vance a Roma nello stesso periodo.
I preparativi per i colloqui continuano, con Donald Trump che ha contattato il sultano omanita Haitham bin Tariq come mediatore. Inoltre, ci sono divergenze all’interno del governo statunitense riguardo alla linea da seguire nei negoziati, con alcuni favorevoli a un approccio diplomatico e altri più scettici e favorevoli a un approccio più duro.
Le dichiarazioni pubbliche sono contraddittorie, con alcune fonti che suggeriscono la possibilità di tollerare un certo livello di arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, mentre altre chiedono l’interruzione completa del programma nucleare. Gli Stati Uniti chiedono anche il trasferimento delle scorte di uranio arricchito in un Paese terzo, proposta a cui Teheran si oppone.
La Guida Suprema iraniana Ali Khamenei si mostra ottimista sulle capacità iraniane ma pessimista sulla buona fede degli americani, consapevole del rischio delle minacce di Trump e determinato a raggiungere la revoca delle sanzioni.
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