Un importante aumento del contributo per la frequentazione degli asili nido è previsto per i bambini nati dal 2024. Per coloro che hanno un Isee minore di 40.000 euro, sarà possibile richiedere un contributo annuale fino a 3.600 euro, superiore ai 2.500-3.000 euro previsti per i bambini nati prima del 2024, a seconda della soglia Isee.
Questo è quanto emerge dalla circolare dell’Inps che spiega il funzionamento del bonus asilo nido introdotto nel 2017 e modificato con l’ultima legge di Bilancio.
Requisiti per accedere al contributo
Per richiedere il contributo, il genitore deve soddisfare alcuni requisiti fondamentali: essere cittadino italiano, di uno Stato membro dell’Unione europea o avere un permesso di soggiorno valido; essere residente in Italia; e il bambino deve avere meno di tre anni.
Chi può chiedere il contributo
Il genitore che sostiene l’onere del pagamento della retta può richiedere il “contributo asilo nido”, mentre il genitore che coabita con il figlio e ha dimora abituale nel medesimo comune può richiedere il “contributo forme di supporto presso la propria abitazione”.
Tipologie di contributo
Le famiglie possono richiedere il “contributo asilo nido” per le spese di frequenza degli asili nido pubblici e privati autorizzati, oppure il “contributo per supporto a domicilio” per bambini con gravi patologie croniche che non possono frequentare l’asilo.
Importo del contributo
L’importo del contributo varia in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e alla data di nascita del bambino. Ad esempio, per i bambini nati prima del 1° gennaio 2024, il contributo può arrivare a 3.000 euro annui per ISEE fino a 25.000 euro, mentre per i bambini nati dal 1° gennaio 2024, il contributo massimo è di 3.600 euro annui per ISEE fino a 40.000 euro.
Dove presentare le domande
Le domande possono essere presentate esclusivamente online, tramite il portale dell’INPS, dall’apertura del servizio fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento. È importante allegare la documentazione necessaria, come le fatture delle rette pagate e, nel caso del supporto a domicilio, un’attestazione del pediatra.
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