Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite dedicato all’Iran e all’uso di droni e tecnologie digitali invasive per reprimere il dissenso, in particolare tra le donne che rifiutano di conformarsi alle rigide norme della repubblica islamica, sarà presentato il 18 marzo al Consiglio per i diritti umani. La Bbc ha anticipato in parte il contenuto di questo rapporto.
Secondo i redattori del rapporto, i funzionari della sicurezza iraniana stanno adottando una strategia di “controllo sponsorizzato dallo Stato” per incoraggiare le persone a utilizzare app telefoniche specializzate per segnalare presunte violazioni del codice di abbigliamento da parte delle donne in veicoli privati, taxi e ambulanze.
Particolari controlli sarebbero in corso a Teheran e nel sud dell’Iran. Le conseguenze potenziali sono gravi: anche un semplice hijab maltenuto potrebbe portare ad arresti, violenze e persino abusi sessuali in custodia, secondo gli osservatori delle Nazioni Unite.
“Due anni e mezzo dopo l’inizio delle proteste nel settembre 2022 (in seguito alla morte in custodia della giovane Mahsa Amini), le donne e le ragazze in Iran continuano a subire discriminazioni sistematiche, sia nella legge che nella pratica, che permeano tutti gli aspetti delle loro vite, specialmente per quanto riguarda l’applicazione dell’hijab obbligatorio”, afferma il rapporto.
All’Università Amirkabir di Teheran, le autorità hanno installato un software di riconoscimento facciale al cancello d’ingresso per individuare le donne che non indossano l’hijab, riporta il rapporto. Anche le telecamere di sorveglianza sulle strade principali dell’Iran vengono utilizzate per individuare donne senza velo. Gli utenti possono aggiungere la posizione, la data, l’ora e il numero di targa del veicolo in cui si è verificata la presunta violazione dell’hijab obbligatorio, che viene poi segnalata online, avvisando la polizia.
Il rapporto ha anche documentato ulteriori casi di violenza sessuale in custodia, citando il caso di una donna arrestata che è stata picchiata brutalmente, sottoposta a due simulazioni di esecuzione, violentata e infine vittima di uno stupro di gruppo.
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