Su Il Giornale, Stefano Zurlo ha sollevato una domanda intrigante: preferiresti essere giudicato da un magistrato umano o da un’intelligenza artificiale? Anche se non siamo ancora a quel punto, recenti casi di cronaca hanno evidenziato il rischio che l’IA possa produrre intercettazioni false.
Recentemente, un finto ministro, Guido Crosetto, avrebbe telefonato ad imprenditori chiedendo loro di depositare denaro su un conto. Alcuni investigatori sostengono che la voce di Crosetto sia stata manipolata con l’intelligenza artificiale, mentre altri non sono convinti. Tuttavia, truffe telefoniche con voci clonate artificialmente sono sempre più comuni. Enrico Costa, deputato e ex ministro, sottolinea che la fedeltà delle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche non è più sufficiente.
Il rischio delle intercettazioni false
Costa evidenzia che falsi arresti sono stati ordinati sulla base di trascrizioni errate di conversazioni telefoniche. Con l’uso dell’intelligenza artificiale, si possono creare voci artificiali per promettere tangenti o compiere altre azioni illegali al telefono. Questo solleva la necessità di garantire l’autenticità delle intercettazioni, non solo nella trascrizione, ma anche nel contenuto stesso.
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Costa suggerisce che il governo approfondisca il tema delle intercettazioni e dell’uso dell’IA in questo contesto. Anche se l’IA può essere utile nell’analizzare casi giuridici, alla fine la decisione spetta sempre al giudice umano.
Il ddl in discussione alla Camera
Le intercettazioni telefoniche, reali o artefatte, continuano a essere utilizzate per fini politici e mediatici. Attualmente, si discute alla Camera della durata delle intercettazioni, che sarà di 45 giorni, salvo eccezioni motivate. Costa sottolinea la necessità di argomentare bene la compressione dei diritti costituzionali dovuta alle intercettazioni.
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È importante affrontare il tema delle intercettazioni e dell’IA in modo approfondito per garantire la genuinità delle prove e il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.