Le conquiste non sono mai definitive, questo è ciò che Tina Anselmi diceva alle sue nipoti. Questa figura storica, la prima donna italiana a diventare ministra e la prima ad essere considerata per la presidenza della Repubblica, ha dedicato la sua vita alla lotta contro le discriminazioni di genere e alla promozione della parità salariale e di trattamento per le donne sul posto di lavoro.
In occasione della Giornata internazionale della donna, il 7 marzo al Teatro Camploy di Verona andrà in scena “La Gabriella e le ragazze. Storie di Tina Anselmi”, uno spettacolo prodotto dalla Fondazione Aida e diretto da Anna Tringali e Giacomo Rossetto. La pièce si svolge in una notte di dicembre del 1977 e racconta la storia di Tina Anselmi attraverso gli occhi di due operaie che decidono di occupare la filanda in cui lavorano.
La vita di Tina Anselmi è stata segnata profondamente da un tragico evento nel 1944, quando assistette all’impiccagione di trentuno ragazzi da parte dei fascisti. Da quel momento, ha dedicato la sua vita alla democrazia e ai diritti delle donne, diventando una figura di spicco nel sindacato e successivamente come ministra della Repubblica.
Lo spettacolo è inserito nel programma della manifestazione “Il potere delle donne – 8 marzo 2025”, promossa dall’Assessorato alla parità di genere del Comune di Verona. La scena, ambientata in una filanda, rappresenta simbolicamente le questioni legislative e i diritti delle donne da affrontare.
Le due protagoniste, Lina e Irene, rappresentano due storie diverse legate alla lotta per i diritti delle donne. I loro racconti si intrecciano con la presenza ricorrente di Tina Anselmi, che con le sue parole continua a ispirare e a sensibilizzare sulle tematiche di giustizia, dignità umana e rispetto dei diritti delle donne.
“La democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile”, diceva Tina Anselmi, sottolineando l’importanza di preservare i valori fondamentali che la sostengono. Queste parole risuonano ancora oggi con grande attualità e significato.
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