Scopri la straordinaria storia dei grandi mammiferi che hanno popolato l’area padana e i grandi laghi prealpini nel corso degli ultimi 200.000 anni, influenzati dai cambiamenti climatici. Durante i periodi glaciali, bisonti, cervi giganti, alci e mammut dominavano il paesaggio, mentre nei periodi interglaciali si facevano spazio rinoceronti, ippopotami, uri e cavalli. I fossili recuperati dai depositi alluvionali del Po e dai suoi affluenti sudalpini, esposti al Museo di Storia Naturale di Milano e ora in mostra a Lugano, raccontano questa affascinante evoluzione.
La mostra ‘La mano del clima e la mano dell’uomo. I grandi mammiferi estinti dell’Insubria’ presenta le specie del penultimo periodo interglaciale, con una fauna temperata che include ippopotami, rinoceronti di Merck e uri. Successivamente, si passa alle forme adattate al freddo che sopravvissero fino all’avvento dell’uomo, come l’alce, il bisonte delle steppe, il mammut e altri.
Nel periodo tardoglaciale e successivamente nell’Olocene, con il ritiro dei ghiacciai e lo sviluppo della vegetazione, la fauna si trasforma nuovamente, con cervi, buoi e cavalli selvatici che popolano le foreste e le praterie. Tuttavia, l’azione dell’uomo ha avuto un impatto significativo sui cambiamenti climatici, portando alla sesta estinzione di massa. È nostro compito evitare che ciò accada, e la mostra vuole sensibilizzare i visitatori su questo tema cruciale per il futuro.”
Non perdere l’opportunità di visitare questa straordinaria esposizione a Lugano, aperta per un anno a partire dal primo marzo. Un viaggio attraverso la storia naturale e l’importanza di preservare l’equilibrio tra uomo e ambiente.”
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