La Voce del Cuore: Riflessioni sulle Parole del Papa sull’Aborto
Cari lettori,
Non ho certo la pretesa di sostituirmi, neppure in piccola misura, alla stampa cattolica che mi è parsa un po’ tiepida circa le reazioni alle recenti parole del Papa sull’aborto in Belgio. Forse l’eccezione principale è stato il quotidiano Avvenire, che in data 4 ottobre ha offerto sull’argomento un ponderato intervento di Maria Casini, presidente del Movimento per la vita italiano. Nondimeno, non riesco a trattenermi dallo scrivere anch’io, forse per la prima volta in vita mia, ad un giornale.
Di fronte alle parole del Pontefice, era prevedibile che tromboni e trombette emettessero lamenti, in questo caso di lesa maestà e lesa onorabilità. Però a me sembra che il Papa abbia osato, ovvero abbia avuto la libertà e il coraggio di “chiamare le cose con il loro nome”, per usare un’espressione a voi cara. Purtroppo, l’intollerante reazione delle trombe mostra ancora una volta la difficoltà di trattare l’argomento su un piano razionale; e questo è un vero peccato, perché una società civile abbisogna di usare la ragione per relazionarsi ed evolvere.
Il prevalere di suscettibilità e reattività, di slogan e di schieramenti a priori, l’impiego sistematico di tecniche di disinformazione nel mondo dell’informazione, sembrano impedire di riconoscere una grammatica elementare: sopprimere una vita umana si chiama omicidio e chi compie omicidio su commissione si chiama sicario. Ovviamente, si possono usare termini più dolci, più politicamente corretti, ma è importante riconoscere la realtà. Chi dunque voglia forare il consolidato muro del pregiudizio abbisogna allora di strumenti retorici adatti.
Il vero discrimine è la premessa: se l’embrione e poi feto sia un essere umano oppure un semplice grumo di cellule. Questo argomento è oggi un tabù, ma molti avvertono che di una vita si tratta.
Per concludere, vorrei riflettere sulla legge 194, che ha liberalizzato l’aborto in Italia. L’uso delle “previsioni di anomalie o malformazioni del concepito” come scusa per l’aborto è una pratica discutibile e pericolosa, che ricorda pratiche eugenetiche del passato.
In questi tempi di conflitto e confusione, è importante ricordare le parole profetiche di sant Madre Teresa di Calcutta: “Perché dare la vita a qualcuno che morirà?” Questo “perché” rimane un enigma fondamentale che meriterebbe di essere affrontato con attenzione e sensibilità.
Gianni Gorla Seregno (Mb)
Grazie per la vostra attenzione e riflessione su questo tema così delicato.