
Le strade della città di Omdurman, in Sudan, sono ormai un triste spettacolo di desolazione. Tre giovani si avventurano tra le macerie, testimoni silenziosi di un conflitto brutale. In un mercato affollato di donne e bambini, il terrore è diventato realtà quando i bombardamenti hanno causato almeno 40 morti e un centinaio di feriti. Questo è solo l’ultimo di una serie di attacchi in una guerra feroce e devastante che sta dilaniando il Sudan.
Questa guerra civile ha già causato la morte di oltre 20 mila persone secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma le stime indicano un numero molto più elevato. Le vittime sono sepolte in cimiteri improvvisati che si possono persino vedere dallo spazio, segno tangibile della tragedia umanitaria che si sta consumando.
La lotta per il potere tra due generali, Abdel Fattah al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo, conosciuto come “Hemedti”, è il cuore di questa crisi. Entrambi al comando di fazioni armate, hanno trasformato il Sudan in un campo di battaglia dove crimini di guerra e contro l’umanità sono all’ordine del giorno. La popolazione civile paga il prezzo più alto, con milioni di persone sfollate e in condizioni di estrema precarietà.
La fame e la disperazione si diffondono come un’ombra su tutto il paese. La carestia minaccia di decimare la popolazione, con milioni di persone che lottano per sopravvivere senza avere accesso a cibo e cure mediche adeguate. Le scuole sono chiuse, gli ospedali sono inutilizzabili e il futuro sembra sempre più incerto per i sudanesi.

Ma la tragedia in corso nel Sudan non riguarda solo il paese africano. Russia, Iran ed Emirati Arabi Uniti sono coinvolti nel conflitto, supportando le varie fazioni con armi e mercenari. Mentre la comunità internazionale guarda altrove, il Sudan affonda sempre di più in un baratro di violenza e disperazione.
È urgente che il mondo si svegli e si renda conto dell’orrore che sta vivendo il Sudan. La pulizia etnica, i crimini di guerra e la fame dilagante richiedono una risposta globale e un impegno concreto per porre fine a questa tragedia umanitaria senza precedenti.
È tempo di agire, è tempo di porre fine alla sofferenza del popolo sudanese.