
La guerra in Ucraina procede per cicli che si ripetono uguali nel tempo. Cambiano le battaglie, le armi utilizzate per combatterle, i nomi delle città e le cifre sui caduti, ma non la sostanza. Dopo l’inizio dell’efficace invasione ucraina nel Kursk, che ha evidenziato le falle della difesa russa, il conflitto sta rientrando in una nuova fase di entusiasmo, tanto che Volodymyr Zelensky è tornato a parlare addirittura di “vittoria”.
L’Ucraina vuole il controllo delle centrali nucleari
Dopo quattro settimane di spettacolare offensiva in Russia, l’Ucraina ha conquistato un centinaio di piccoli paesi arrivando a controllare 1.300 chilometri quadrati di territorio e facendo 594 soldati russi prigionieri.
La più grande invasione della Russia dal tempo della Seconda guerra mondiale ha costretto Mosca a evacuare 130 mila residenti. Mentre le linee di difesa di Vladimir Putin traballano anche a Belgorod, l’esercito ucraino sta cercando di prendere il controllo della centrale nucleare di Kurchatov, che permetterebbe a Kiev di avere una minaccia nucleare da agitare contro il Cremlino.
Kiev forza la mano agli alleati
L’attacco ha ridato entusiasmo all’Ucraina e Zelensky ha parlato di un “piano di vittoria” da presentare a Joe Biden. Il piano, a quanto trapela sui giornali, consiste nell’attaccare obiettivi militari ed energetici strategici in Russia per obbligare la Federazione a scendere a compromessi.
Né gli Stati Uniti né gli altri membri della Nato hanno finora dato il via libera a Kiev di utilizzare le proprie armi per colpire la Russia in profondità, temendo un’escalation nucleare. Alcuni sarebbero felici di farlo, ma le restrizioni rimangono in vigore.
“La Russia continua ad avanzare”
Il colonnello dell’esercito ucraino Roman Kostenko, parlando con la Stampa, ammette che l’obiettivo dell’offensiva di Kursk “non sono le trattative”. Si tratta piuttosto di avere nuovi argomenti per convincere i paesi occidentali a fornire più armi e sempre più letali. Un altro obiettivo era quello di costringere la Russia a distogliere truppe dal Donbass per difendere la madrepatria.

La Bielorussia ammassa truppe al confine
Negli ultimi giorni sono caduti i villaggi ucraini di Novohrodivka, Mykolaivka e Stelmakhivka. L’esercito russo si trova ormai a meno di 15 chilometri dal centro logistico fondamentale di Pokrovsk e controlla il 40% della città di Chasiv Yar.
Secondo il Cit, la decisione ucraina di attaccare la regione russa di Kursk potrebbe rivelarsi controproducente, soprattutto se la Bielorussia decidesse di entrare in guerra attraversando il confine con l’Ucraina.
Entusiasmo fuori luogo di Russia e Ucraina
L’entusiasmo russo per l’avanzata nel Donbass appare fuori luogo, così come quello ucraino per l’incursione a Kursk. Nessuna nuova arma cambierà il corso del conflitto, che deve essere risolto politicamente mediante trattative.
Questa guerra non si vince con le armi
Sono chiare le difficoltà delle due parti nel difendersi efficacemente su tutti i fronti. Dopo due anni e mezzo, è evidente che la guerra non porta a una soluzione definitiva. Serve un dialogo politico per risolvere il conflitto.
La strada verso la pace sembra ancora lontana, con entrambe le parti impegnate in scontri sanguinosi che portano solo a più perdite e sofferenza per i civili coinvolti. È il momento di ripensare le strategie e puntare sulla diplomazia anziché sull’escalation militare.