

Caro direttore, vorrei condividere la mia opinione sull’intervista rilasciata dal vescovo Castellucci, vicepresidente Cei per il Nord, alla Repubblica il 7 luglio, intitolata “La Chiesa è neutrale ma critica le riforme del governo attenti a sfilacciare la democrazia”. L’intervista riguarda due riforme in particolare: l’autonomia differenziata e il cosiddetto premierato. Riguardo al premierato, il vescovo afferma: “C’è attenzione perché si vorrebbe evitare una eccessiva sottolineatura del leader che a volte si coagula e quasi assorbe speranze, progetti e attese. Che dovrebbero invece essere maturate da una comunità. Si vuole evitare l’uomo forte al potere”. A mio parere, il problema principale non è l’uomo forte al potere, ma piuttosto uno Stato dispotico, troppo invasivo nel regolamentare la vita sociale. Questo richiede una svolta culturale da parte della destra italiana: abbandonare una visione statalista di governance a favore di una maggiore sussidiarietà, fondata sulla capacità e volontà della società attraverso i suoi corpi intermedi. Quindi, il focus dovrebbe essere sullo Stato forte al potere anziché sull’uomo forte al potere. Per evitare un eccessivo protagonismo, sarebbe più interessante evitare che il premier sia anche leader del partito. Questo sarebbe un importante passo culturale che la destra dovrebbe compiere, riaffermando il ruolo del partito come luogo di definizione delle linee politiche e delle mediazioni. I partiti rappresentano il balance of power – coerente con la Costituzione – rispetto a un premier forte, che sostanzialmente significa essere in grado di governare. La stagione giudiziaria del passato ha spesso eliminato i partiti, indebolendo la Politica. È tempo di chiudere definitivamente …
Gianmario Gatti
Niente da aggiungere. Concordo pienamente con te.
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Forse la Meloni potrà essere stata un po’ in ritardo, ma a confronto con la sinistra, che sembra non aver mai affrontato appieno il passato comunista con tutti i suoi orrori e delitti, il vero ritardo sembra essere proprio a sinistra. Il fascismo è finito quasi 80 anni fa, mentre il comunismo è ancora presente. Pertanto, il ritardo reale è dalla parte della sinistra. Un saluto.
Luciana Montecolli
Anche qui concordo al cento per cento.
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Ho apprezzato molto l’articolo sulla furia abortista del talentuoso Rodolfo Casadei. Paradossalmente, chi cerca di liberarsi da Dio per affermare se stesso finisce per degradarsi: si passa da una situazione in cui il concepimento del figlio rimane una sorpresa per i genitori, mantenendo l’evento come tale, a una situazione in cui la nascita del figlio è totalmente determinata dai genitori: il bambino non esiste per sé stesso, ma può iniziare a esistere solo quando i genitori lo decidono. Emmanuel Macron, Elly Schlein e tutti i progressisti ci privano del nostro status di figli ed eredi, trasformandoci in schiavi. Questa mentalità del figlio come prodotto del genitore è alla base di molte derive che vediamo diffondersi nelle scuole: genitori che negano i difetti o i piccoli fallimenti dei propri figli fino al ridicolo, incapaci di accettare che il loro prodotto non sia perfetto, portando così ad un aumento dell’ansia da prestazione nei ragazzi.
Maria Pagetti
Anche qui concordo (dove trovi un giornale così in sintonia con i suoi lettori?).