La beatificazione del patriarca dei Maroniti Stefano Douayhy, presieduta dal prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi presso la dimora di Bkerke, in Libano, ha coinvolto 13 mila fedeli che hanno omaggiato la sua carità pastorale ed ecumenica, il suo amore per la Chiesa e il suo senso di fraternità cattolica.

Di: Lorena Leonardi – Vatican News
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Il cardinale Marcello Semeraro ha descritto Stefano Douayhy come un pastore che ha esercitato la “carità ecumenica” con un forte senso della cattolicità della Chiesa, anche in momenti difficili con altre confessioni cristiane e l’Islam.
Questo patriarca, che nacque il 2 agosto 1630 a Ehden, si distinse per la sua dedizione alla guida della Chiesa maronita per oltre 30 anni, affrontando dissensi interni e persecuzioni esterne. La sua vita non conobbe la tranquillità, dovendo spesso cercare rifugio in posti sicuri.
Impegnato anche nell’assistenza ai poveri e con un’intensa attività intellettuale, Douayhy incarnava l’immagine del buon pastore ispirato da Gesù, con un’attenzione particolare ai più bisognosi. La sua sensibilità e umiltà si manifestarono anche nella sua diplomatica lettera al re di Francia a favore del suo popolo.