Entra nel ring, ma non per salire su di esso. È un vero e proprio scontro, tra la pugile italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif. Un confronto che va ben oltre i confini del ring, trasformandosi in una battaglia verbale tra coloro che attaccano le Olimpiadi per la partecipazione di Imane, esclusa dai mondiali a causa del suo Dna “maschile”, e coloro che difendono tale decisione. L’atteso incontro dei pesi welter tiene l’Italia sportiva con il fiato sospeso.
I colpi sono già stati scagliati, anche prima che i guantoni venissero indossati, e al momento non c’è né un vincitore né un perdente. Il Coni ha chiesto al Cio che “i diritti di tutti gli atleti siano conformi alla carta olimpica e ai regolamenti sanitari”, mettendo in luce la complessa questione del genere. L’Italia della boxe, già sotto shock per le eliminazioni dei suoi campioni, guarda con preoccupazione al potente pugno della Khelif, descritta dalla messicana Brianda Tamara come “più forte di molti sparring partner maschili”. La stampa algerina è indignata, mentre in Italia la polemica politica si infiamma.
Da un tweet anti-transgender della nota scrittrice Jk Rowling – paragonando Harry Potter a Imane Khelif – all’indignazione del politico Matteo Salvini fino all’intervento della ministra per la famiglia, Eugenia Roccella. “La partecipazione di due pugili transgender alle Olimpiadi desta preoccupazione, dopo che erano stati esclusi da altre competizioni internazionali”, afferma la ministra. La preoccupazione per Angela Carini è palpabile, anche il ministro dello sport, Andrea Abodi, avverte che “l’equità della competizione potrebbe essere compromessa”. Una polemica che coinvolge l’intero centrodestra italiano, con le accuse di “intersex” contrapposte alla difesa di “transgender” su gaynet.
Il Comitato Olimpico Internazionale, tuttavia, non si interessa se l’algerina sia transgender o iperandrogena come Caster Semenya, ma stabilisce che Khelif è donna. L’intrigo delle regole emerge chiaramente: Khelif fu esclusa dalla finale mondiale nel 2023 per la presenza del gene XY, proprio degli uomini.
“Garantire l’equità della competizione” è la posizione ribadita dall’Iba, lasciando aperti seri interrogativi sull’integrità atletica. Il Cio si basa sul livello di testosterone come unico criterio per definire l’avvantaggio di un’atleta donna, anche nelle Olimpiadi dell’inclusione.
In sintesi, allo sport mondiale non importa se sei uomo o donna, se hai effettuato una transizione come Lia Thomas o Laurel Hubbard, ma solo se possiedi una forza maschile che potrebbe mettere in difficoltà la tua avversaria. Una scelta contestata da personalità come Martina Navratilova, impegnata a difendere i diritti LGBTQ+. Tuttavia, per il Cio, il livello di testosterone di Khelif rientra nei limiti al femminile.
Angela Carini, prepugilistica, si rimette alle regole olimpiche, senza lasciarsi prendere dalla preoccupazione. Sul ring sarà la bravura e la determinazione a fare la differenza, con il verdetto finale affidato ai cinque arbitri presenti.

Parigi 24: L’appello di Don Patriciello ad Angela Carini: “Non salire su quel ring” – News Olimpiadi 2024 – Ansa.it
“Domani alle Olimpiadi si consumerà una grave ingiustizia nel silenzio generale. La nostra Angela Carini dovrà affrontare la pugile Imane Khelif e rischia di farsi molto male perché l’avversaria ha la forza di un uomo”. (ANSA)

Parigi: il caso Imane Khelif

Roccella: ‘Preoccupano i criteri variabili su atleti trans’ – News Olimpiadi 2024 – Ansa.it
La ministra: ‘In dubbio la lealtà delle competizioni sportive, sospetto gare impari’ (ANSA)
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