Un’inaspettata condanna a sedici anni di reclusione in un carcere di massima sicurezza per spionaggio è stata inflitta a Evan Gershkovich, il 32enne reporter del Wall Street Journal accusato di essere una spia al servizio della Cia. Questa sentenza ha suscitato indignazione a livello internazionale e ha portato alla luce la possibilità di uno scambio di prigionieri, che potrebbe aver accelerato il processo giudiziario a Mosca per annunciare i risultati in tempi record.
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Gershkovich è stato arrestato alla fine di marzo dello scorso anno a Ekaterinburg, principale centro industriale degli Urali noto per le fabbriche di produzione militare. L’accusa sostiene che abbia raccolto informazioni riservate per conto della Cia su uno dei principali produttori di armi russi, la Uralvagonzavod. Nonostante fosse un corrispondente accreditato con anni di esperienza, il reporter è stato rinchiuso nel temuto carcere di Lefortovo a Mosca per 478 giorni senza prove ufficiali dell’accusa. È il primo giornalista occidentale ad essere imprigionato per spionaggio dalla fine della Guerra Fredda.
In aula al tribunale di Ekaterinburg, Gershkovich è comparso chiuso in una gabbia vetrata con la testa rasata. Dopo la lettura della sentenza, il giudice gli ha chiesto se avesse capito, a cui ha risposto con un cenno del capo e un breve saluto prima di essere allontanato. Nonostante non abbia ammesso la colpevolezza durante il processo, le prove presentate sono state sufficienti per condannarlo, come riportato dal servizio stampa del tribunale. Le reazioni non si sono fatte attendere: il CEO di Dow Jones ed editore del Wall Street Journal, Almat Latour, ha definito la sentenza “scandalosa”. Anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha promesso di continuare a spingere per il rilascio di Evan, considerando il suo arresto come motivato dal suo ruolo di giornalista e cittadino americano.
C’è già chi parla di uno scambio imminente: Donald Trump ha espresso fiducia nel fatto che Gershkovich verrà rilasciato se dovesse vincere le elezioni del 5 novembre, poiché Vladimir Putin lo farebbe per lui. Putin stesso ha accennato a un possibile scambio con Vadim Krasikov, un presunto agente segreto russo detenuto in Germania per un omicidio avvenuto a Berlino nel 2019. La rapidità del processo e le udienze anticipate suggeriscono che un accordo su uno scambio di prigionieri potrebbe essere in vista.
Questa vicenda rimanda a casi simili, come lo scambio avvenuto due anni fa tra la star della NBA Brittney Griner e Viktor Bout, noto come “il mercante di morte”, condannato per possesso di hashish. Tuttavia, non tutti i casi godono della stessa attenzione: in Bielorussia, Rico Krieger, un tedesco di trent’anni, è stato condannato a morte per “terrorismo” e “attività mercenaria” in un processo a porte chiuse concluso recentemente nel silenzio.
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