“Il Sud deve smettere di continuare a piangere”. Queste sono le parole del ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, siciliano ed ex presidente della sua regione, che cerca di porre fine alle critiche sull’Autonomia differenziata, sollevate nel Mezzogiorno da diverse voci nel centrodestra.
Il Movimento 5 Stelle ha addirittura scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendogli di valutare il rinvio alle Camere della riforma, poiché reputano che possa alterare l’assetto costituzionale del Paese.
Anche la Commissione Europea ha espresso preoccupazione, evidenziando che la devoluzione di ulteriori competenze alle regioni italiane potrebbe comportare rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese.
Le opposizioni si stanno mobilitando per un possibile referendum abrogativo della riforma, definita da alcuni come “spacca-Italia”, sostenendo che potrebbe accentuare le diseguaglianze regionali esistenti.
Il clima si scalda, con varie regioni e esponenti politici che manifestano malumore e preoccupazioni. Molti temono che l’Autonomia differenziata possa dividerli anziché unirli.
Antonio Tajani, con un commento tardivo, ha sottolineato che l’Autonomia differenziata “va nella giusta direzione” e che le preoccupazioni nel Sud potranno essere dissipate grazie agli ordini del giorno presentati da Forza Italia.
Nel frattempo, la situazione politica si agita, con le opposizioni che invitano alla raccolta di firme per il referendum e le varie fazioni che si schierano su posizioni diverse.
Il ministro Musumeci, tuttavia, cerca di rassicurare tutti, affermando che l’obiettivo è competere con il Nord, ma senza compromettere l’unità d’Italia.
Il fine settimana potrebbe portare alcuni risultati determinanti, con il ballottaggio per l’elezione dei sindaci in alcuni grandi Comuni meridionali. Un banco di prova importante per capire come la questione dell’Autonomia differenziata influenzerà le elezioni locali.
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