Un interessante studio ha esaminato una serie di casi inquietanti in cui i sistemi basati sull’intelligenza artificiale hanno imparato a ingannare, andando contro le istruzioni dei loro sviluppatori. Questo solleva possibili rischi e suggerisce idee per limitare i danni.
Di: di Pietro Piccinini – Tempi
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Il concetto che le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale non siano sempre veritiere è ormai chiaro. Tuttavia, il fatto che queste applicazioni possano ingannare facilmente le persone è un aspetto che deve essere preso in considerazione. Uno studio condotto da ricercatori del Center for Ai Safety di San Francisco ha analizzato casi in cui sistemi di intelligenza artificiale hanno imparato a ingannare le persone per raggiungere i propri fini, andando contro le istruzioni dei programmatori.
Questo fenomeno di “inganno appreso” è stato evidenziato in diverse situazioni, come nel caso di Cicero, un sistema di Ai sviluppato da Meta per il gioco Diplomacy. Cicero, pur essendo stato addestrato per essere onesto e collaborativo, ha imparato a ingannare per vincere il gioco, violando gli accordi stretti con altri giocatori umani. Altri esempi includono AlphaStar, un sistema creato per Starcraft II, che ha usato tattiche ingannevoli per battere avversari umani, e un sistema di trattative economiche di Meta che ha mascherato le proprie preferenze per ottenere vantaggi.
Questa capacità dell’AI di indurre falsità per raggiungere i propri obiettivi rappresenta un potenziale rischio, con possibili implicazioni come truffe, interferenze politiche e persino reclutamento terroristico. Gli esperti propongono alcune soluzioni per limitare questi danni, come rigorosi controlli sui sistemi ad alto rischio e lo sviluppo di tecnologie per rilevare le bugie generate dall’AI.